venerdì 22 agosto 2008

Nuclear Development in Italy: where are we ? (2)

Italy was a pioneer of civil nuclear power and in 1946 established the first scientific body to pursue this. In 1952 it established an agency to develop and promote nuclear power, and this was reorganised in 1960 to become CNEN (National committee for nuclear energy).
Following a referendum in November 1987, provoked by the Chernobyl accident 18 months earlier, work on the nuclear program was largely stopped. In 1988 the government resolved to halt all nuclear construction, shut the remaining reactors and decommission them from 1990. As well as the operating plants, two new nuclear BWR plants were almost complete and six locally-designed PWR plants were planned. ENEA (formerly CNEN) also closed various fuel cycle facilities.

Despite its previously high level of activity and expertise, Italy remained largely inactive in nuclear energy for 15 years.

In 2004 a new Energy Law opened up the possibility of joint venture with foreign companies in relation to nuclear power plants and importing electricity from them.
In 2005 Electricité de France and ENEL signed a memorandum of understanding to give ENEL some 200 MWe from the new Flamanville-3 EPR nuclear reactor (1650 MWe) in France, and potentially another 1000 MWe or so from the next five such units built. As well as the 12.5% share, ENEL was also to be involved in design, construction and operation of the plants. However, early in 2007 EdF backed away from this agreement and said it would build Flamanville 3 on its own and take all the output. Nevertheless, in November 2007 an agreement was signed confirming the 12.5% ENEL investment in Flamanville - expected to cost EUR 450 million - plus the same share of another five such plants. The agreement also gives EdF an option to participate in construction and operation of future ENEL nuclear power plants in Italy or elsewhere in Europe and the Mediterranean.
In 2004 ENEL bought 66% of Slovenske Electrarne (SE) with its four VVER 440/V213 Bohunice and Mochovce reactors there. ENEL's subsequent investment plan approved in 2005 involves EUR 1.88 billion investment to increase SE generating capacity, including EUR 1.6 billion for completion of Mochovce units 3 & 4 - 942 MWe gross - by 2011-12.
In October 2007 Italy became the 17th member of the Global Nuclear Energy Partnership (GNEP) which is developing new nuclear fuel cycle technologies to improve proliferation resistance while increasing recycling and reducing wastes.
In 2008 Energy Lab, described as a think tank and involving major utilities, began a feasibility study on building four new nuclear power plants in Italy.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Sergio. visto che si parla GNEP, fammi dire che GNEP e' una bella merdina, e l'Italia e' un paese senza spina dorsale, schiava degli stati uniti. India e Sud Africa hanno fatto bene a non firmare quella schifezza. I reattori Indiani funzionano gia' col torio come breeder. E nel 2007 sono partiti con un reattore veloce. In aggiunta la quantita' di torio e' tanto limitata quanto la quantita' di piombo sulla terra.

Sergio Gaudio ha detto...

Purtroppo, la sudditanza con gli USA non finisce. Speriamo adesso che sbattono fuori Bush.

Se hai dati piu' precisi sul torio, li forniamo all'IAEA.. eheh..
A parte gli scherzi, a naso, e il mio fa abbastanza schifo, dubito che il torio sia abbondante quanto il piombo.Quest'ultimo e', infatti, anche un prodotto di decadimento non solo del torio, ma di molti altri elementi radioattivi.

E' vero. L'India ha cominciato a produrre dal Torio dal 95. Evidentemente il ciclo non e' facile, se ancora non e' commerciabile e in fase di sperimentazione.

Il motivo per cui sono contro, non e' tanto per il nucleare di per se'. Non ne faccio una questione di principio. La mia domanda e' perche' l'Italia non investe tutti questi soldi in modo tale da rendersi indipendente da sorgenti esterne ? Essere dipendenti dal gas, petrolio, uranio, torio, non ci rende energeticamente ( e di conseguenza economicamente) indipendenti.

L'India, con una popolazione di quasi un miliardo di persone, fa bene ad investire nel torio (ne produce il 12% al mondo, dietro Australia-18, USA-16, Tuchia-13), l'Italia neanche compare nella lista.

Sergio Gaudio ha detto...

Per la precisione volevo dire che un ciclo con solo Torio non e' disponibile. L'india ci sta investendo molto.

I cicli usati adesso, per diverse ragioni, sono misti con Uranio e Plutonio (cioe' non prodotti come sottoprocesso dal Torio). Per il 2050, l'India avra' circa il 25% di energia prodotta in questo modo (per adesso l'energia derivante dal nucleare e' circa, con vari metodi, il 2.5%).

stef ha detto...

Ciao Sergio. Io penso che il nucleare sia una fonte di energia a cui non si possa rinunciare. Allo stesso tempo, insieme al nucleare, bisogna anche investire fortemente su idroelettrico, eolico e solare.

I motivi per cui bisogna avere il nucleare sono due. Uno: i processi nucleari sono ad altissima efficienza nella conversione a energia. Per darti un'idea, basta 1Kg di Uranio per produrre 1000 MW al giorno. Se bruci petrolio allora ti servono 2000 tonnelate per la stessa quantità di energia. Due: i processi nucleari non emettono CO2 e non inquinano chimicamente.

Il problema che bisogna risolvere per avere uun vero nucleare pulito al 100% sono le scorie.

Come hai detto tu in un post passato, il vero costo del nucleare non e' il prezzo dell'uranio ma bensi l'impianto. Anche se secondo gli analisti il prezzo dell'uranio ha raggiunto un picco, il prezzo dipenderà essenzialmente dalla domanda del mercato. In quasi 8 anni in dipartimenti di ingegneria nucleare, non ho mai sentito parlare della'allarme riguardo alle scorte che scarseggeranno nel 2030 o allarme prezzo dell'uranio. In realta' le tecnologie di un impianto nucleare costano ben di piu' del combustibile. Una cosa che mi ha colpito parlando di nucleare in Italia l'estate scorsa, e' che quasi tutti mi hanno parlato dell'esaurimento di Uranio come se conoscessero in dettaglio l'argomento. Vuoi sapere i dati che hanno in mano i politic Italiani? Sono delle analisi matematiche che riguardano i prossimi 20-30 che dicono essenzialmente ci sara' poco uranio, non ci sarà proliferazione, e stati uniti e inghilterra saranno i numeri uno di questa terra per cui dobbiamo allinearci. Per trovare questi risultati, i vari scienziati risolvono un sistema lineare! Ogni processo in un impianto nucleare e' visto come un processo di decadimento (o Poisson distributed). A ogni processo viene associata un costante di tempo, che è l'esponente dell'esponenziale. La costante di tempo viene calcolata in base a delle medie su statistiche che la IAEA ha raccolto.
Putroppo pero' il sistema e' chiaramente non lineare, e come tale bastano condizioni iniziali leggermente diverse per avere risultati completamente diversi. Anche nel mio dipartimento fanno studi del genere. Quando ho chiesto perche fanno quelle schifezze, mi hanno detto che hanno bisogno di dati da dare ai politici. Quei risultati sono semplicemnte GIGO.

scusa per il commento molto lungo.

Sergio Gaudio ha detto...

stef, va benissimo.
Come penso di aver fatto capire, il problema per me e' investire cosi tanto in una tecnologia che comunque ci rende dipendenti, piuttosto che investire in R&D.
In uno dei post, dicevo infatti che il prezzo dell'uranio, almeno per adesso, incide solo per il 15%. Ciononostante si spendono circa 6 miliardi di euro per un impianto, mentre si discute se finanziare ITER, per fare un esempio (con tutti i problemi che questo progetto puo' avere). Senza contare sui costi collaterali e le scorie.

Sull'efficienza, come la poni tu e' efficiente, ma per molti altri versi non mi pare lo sia...

Vero, anzi verissimo, e' che qualcosa si deve fare per rispettare i parametri imposti sulla riduzione del CO2..

phpp.plasma ha detto...

Io sono d'accordo con Stefano.

Le fonti di Uranio sono pressoche' infinite... per oggi. L'idea della paura, se capita... se mai dovesse succedere... ci rende schiavi di un meccanismo perverso; per cui richiediamo sempre piu' energia e non siamo in grado di produrne.

In realta' il sig. Teo Costa, che cambia idea ogni 20anni dovrebbe far vedere l'evoluzione di pensiero in toto, cosi' da far capire di essere un'opportunista e di aver cambiato idea compromettendo, in discreta misura, l'economia italia.

In altra battura forse gli italiani come al solito fanno discorsi da bar e li' si fermano senza avere un minimo di conoscenza e senza affidarsi a tecnici, ma essendo facilmente manipolati da queste societa' di pubbliche relazioni e marketing!!!

Poi dico io: dov'e' l'energia rinnovabile ed alternativa??? Ma e' mai possibile che siamo gli ultimi anche in questo settore? Ma per tirare fuori energia/soldi bisogna investire? Ma come e' possibile che stiamo sempre a guardare??? Siamo tra gli ultimi in europa, se non gli ultimi per energie rinnovabili... ma capperino qui ci vorrebbe una rivoluzione bolscevica in versione sceintifica!

Sergio Gaudio ha detto...

in una nazione normale, ci dovrebbero essere i soldi per fare ricerca e per implementare nuove tecnologie.
Poiche' ci millantano che non ci sono soldi, purtroppo in Italia, continuamo solo ad investire su cio' che gli altri fanno. In questo modo pagandone un prezzo salatissimo in termini economici e politici, industriali e di conseguenza anche sociali.
Per me e' emblematico della situazione: l'India investe nel Torio, tecnologia futura, l'Italia nel nucleare di III generazione, questa e' la differenza.
Poi ovviamente, avranno ragione loro. La mia opinione e' che sia una scelta short-sighted.

Anonimo ha detto...

d'accordissimo con te, Sergio. Ma di' un po', all'ENEA stanziano soldi per fare ricerca sui reattori III - IV generazione? Quello ha davvero poco senso. ciao.

Sergio Gaudio ha detto...

Il piano del governo e' proprio quello, cioe' la costruzione di impianti di III generazione, neanche di IV.. almeno questo fino a questo momento. Non solo, ma vogliono fare qualcosa di ibrido per quella di Caorso, che non fu finita nel 1987.

phpp.plasma ha detto...

Ma io dico, non possiamo mettere in piedi due centrali nucleari vecchio stile in maniera da iniziare a produrre energia. Con i soldi risparmiati dalla produzione propria di energia, quindi non acquistandola piu' da Svizzera e Francia, investire questi risparmi per generatori di III e dunque IV generazione?

C'e' qualcosa di sbagliato nel mio ragionamento?

Pero' mi chiedo, ma all'enea la gente non prende delle posizioni? Insomma ci sono fior fiore di scianziati che sicuramente ne capiscono parecchio, come e' possibile che non prendano una decisione coerente e si facciano valere?

PS: ma la repubblica vi ha per caso risposto? Intendo per la lettera di protesta contro quell'articoletto delle balle?

Sergio Gaudio ha detto...

guarda che il guadagno non comincia subito, visto i costi. I costi sono piuttosto alti, per avere una tecnologia gia' vecchia. L'India fa un buonissimo investimento sul Torio anche e soprattutto perche' questo la rendera' pressocche' indipendente energeticamente, contrariamente a quanto avverrebbe per l'Italia costruendo questo tipo di centrali.

Paganetto, presidente ENEA si e' allineato a Berlusconi per motivi ovvi. Qui penso che in generale l'idea sia, dateci i soldi che facciamo quello che volete voi..ma sto da troppo poco tempo per saperlo davvero.

Rispetto al tuo ps nessuna risposta, ma la ficocelli ci ha deliziato con un'altra perla, un'insulsa biografia di Obama, ma questa non e' colpa sua, quanto di chi gliela chiede e la pubblica...